Il progetto
Ultimamente abbiamo lavorato alla progettazione di un Totem identificativo da costruire all’ esterno di un prestigioso edificio a Roma. Lo scopo è quello di indicare le aziende che operano all’ interno dello stesso. Nel momento in cui scriviamo i lavori di costruzione non sono ancora terminati, ma vogliamo approfittare per parlare un po’ di questa esperienza.
Le immagini che proponiamo non rappresentano i progetti scelti, ma fanno parte dello studio che ci ha permesso lo sviluppo del totem definitivo. Non appena sarà realizzato, saremo lieti di condividere degli scatti sui nostri canali social o magari a commento di questo stesso post.
Il progetto non consisteva nella realizzazione di un lavoro solo grafico, bensì bisognava gestire volumi per la costruzione di una vera e propria struttura alta 4 metri. Il totem sarà posizionato all’interno del cortile dell’edificio stesso, più precisamente nell’angolo sud.
Ovviamente come nostra consuetudine abbiamo eseguito il nostro lavoro con una dettagliata progettazione 3D.
Ancora prima di descrivere i parametri da rispettare nell’esecuzione della progettazione, vogliamo sottolineare l’obiettivo principale del cliente, cioè quello di esaltare il prestigio delle aziende. Le stesse aziende che avevano scelto l’edificio come sede per la propria attività. Questo risultato siamo riusciti a raggiungerlo attraverso una razionalità neutra, capace allo stesso tempo di stupire.
I parametri da rispettare
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Il primo parametro da rispettare era quello di rappresentare equamente gli spazi dove apporre il logo delle varie società, in questo caso tutte prestigiose multinazionali.
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Il secondo parametro era quello di conservare un’ armonia e continuità con lo stabile già esistente, oltre che nella forma, anche nella scelta dei materiali.
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Il terzo parametro era quello della visibilità da due differenti angolazioni, dovendo escludere il posizionamento a 45° per limiti di legge. Per questo motivo la nostra proposta iniziale prevedeva una struttura mobile incapsulata in una teca di vetro, poi semplificata verso una struttura fissa.
Il Simbolo nel totem
Eccoci quindi nel concreto a ragionare sul nostro Totem!
Se dovessimo definire il totem con una singola parola, cercando di spiegare cosa esso sia, il termine più appropriato è a nostro avviso, il sostantivo Simbolo. Sebbene sia molto generico, la potenza evocativa di questa parola, sia per la sfera personale che per quella sociale, è forte e rende bene l’idea.
La parola totem ha origini nord americane, ma il totemismo come pratica sociale era molto diffuso anche tra i nativi australiani, in Africa, con molte similitudini tra di loro.
Ciò che in chiave moderna ci interessa di più tra le caratteristiche storiche di un totem è quella di esprimere un forte legame. L’appartenenza a un clan, uno tra i principali messaggi veicolati da un totem tribale, può essere interpretata e messa in similitudine con il concetto attuale di visual hammer. Per meglio capirci con una forma emozionale capace di evocare il brand o organizzazione di riferimento imprimendolo in modo indissolubile nella mente.
Il concetto di Visual Hammer
A tale scopo Laura Ries, l’autrice del libro che porta il titolo dello stesso concetto, usa la metafora del martello e del chiodo, fissare appunto qualcosa. Una forma che è subito riconoscibile e associabile a qualcuno, passando attraverso la nostra sfera emozionale e quindi la nostra esperienza. In questo caso il nostro visual hammer di riferimento è rappresentato dallo stesso edificio e dal suo particolare gioco di volumi. Interessante notare, leggendo il libro in questione, come il visual hammer e la sua natura visiva, possa essere di differenti tipologie.
Nel libro si passano in rassegna numerosi esempi:
- quando il visual hammer coincide con il logo, nel caso di McDonald.
- quando coincide con una forma del packging, la bottiglia di coca-cola.
- con un colore, il verde di tiffany (nel libro blu), il bianco introdotto da apple per gli auricolari.
- con la forma stessa del prodotto i cereali cheerios, ma anche le carammellle polo (life savers).
- di natura verbale, per Geox “the shoe that breathes”, la scarpa che respira!

Totem e tabù
Spesso si cita la frase del romanzo L’Idiota di Fiodor Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”, (senza dubbio a nostro avviso 150 anni dopo è quella che lo tiene disperatamente in piedi) il punto difficile è riuscire a trovare ed esprimere questa bellezza attraverso oggetti o forme che hanno utilizzi specifici. Di certo non era premura delle civiltà tribali pensare alla bellezza, quando con i loro totem dovevano veicolare i tabù. Tutte le interdizioni a cui la comunità doveva assoggettarsi, per le quali erano previste punizioni severissime, anche mortali. Questo aspetto però nell’ interpretazione moderna ci interessa un po’ meno. A riguardo potrebbero fare eccezione dei totem segnaletici che ci dicono dove dobbiamo andare e di riflesso dove non (ecco il divieto!😁). Questo paragrafetto prende il titolo di un famoso saggio di S.Freud “Totem e tabù”. La breve animazione sotto è tratta dalla lettura del saggio in questione.
La Curiosità vuole che c’è stato un tempo, presso molti popoli del pianeta Terra, in cui trovare un RE era veramente opera dura, a tal punto che spesso venivano letteralmente rapiti da altre popolazioni e costretti a ricoprire tale carica. Perché questo, vi chiederete? I re rappresentavo il capo espiatorio per qualsiasi genere di problema. Una carestia, un evento naturale, in poche parole il primo a rimetterci era proprio il re. Abbiamo voluto rappresentare questa scena forse per esorcizzare la situazione attuale, totalmente inversa. Oggi l’attaccamento alla poltrona da parte dei nostri governanti è smisurato, inoltre la responsabilità politica non viene presa neanche in caso di errore personale! E a pagare invece sono sempre i più deboli.
Digressioni a parte, consapevoli della carica simbolica che la costruzione di totem ha rappresentato per l’umanità, ma soprattutto calati in una dimensione prettamente estetica, abbiamo iniziato a dare forma ai volumi. Individuato lo schema costruttivo dell’edificio di riferimento, lo abbiamo interpreto nel totem da realizzare.
Un totem come un portale
Tra lastre piegate e intersezione di superfici è avvenuta la scelta dei materiali. Il vetro, il cemento, l’alluminio, opalini retroilluminati per le scritte, ma anche marmi, sono stati i protagonisti del progetto.

Abbiamo dato al nostro totem un significato di portale, in senso stretto, perché lo stesso design fa pensare a una porta. La colonna multistrato è realizzata con lastre in pietra tagliata a misura e distanziata da appositi supporti. La struttura ancorata allo stesso basamento risulta essere possente e leggera allo stesso tempo. Speriamo di essere riusciti con il nostro design a imprimere un marchio nella mente, parafrasando Laura Reis, attraverso un oggetto visivo.
(Visuals are powerful because people tend to believe what they see and are skeptical of what they hear. – Le immagini sono potenti perché le persone tendono a credere a ciò che vedono e sono scettiche su ciò che sentono -.)
bibliografia del post:
Ries, Laura. Visual Hammer: Nail your brand into the mind with the emotional power of a visual . Edizione del Kindle.
Freud, Sigmund. Totem e tabù, Psicologia delle masse e analisi dell’Io (Italian Edition) . Bollati Boringhieri. Edizione del Kindle.